Joey Barton
Joey Barton mostra il suo fondo schiena ai tifosi dell'Everton.
Joey Barton di talento ne ha tanto, ma purtroppo per lui e per gli amanti del calcio non è supportato da una testa altrettanto sviluppata. Sempre al centro delle polemiche, può essere definito un vero e proprio piantagrane. Perché se è vero che in campo la sua grinta è da esempio per i compagni, fuori dal campo non si è certo distinto per la sua correttezza. Anzi, come vedremo, è stato spesso nei guai. Destro naturale, quando gli capita di segnare di sinistro non manca di farlo notare platealmente alla folla divertito alla faccia della regola non scritta dei professionisti che porta a non svelare o quantomeno a non sbandierare ai quattro venti il proprio punto debole. Ma le esultanze particolari di Barton non finiscono qui, infatti si rese famoso per una serie di esultanze (inaugurata contro l’Everton) dove esibiva il fondo schiena ai tifosi avversari e, tanto per non farsi mancare niente, anche dei gestacci rivolti ai tifosi del Portsmouth dopo essere stato criticato per un duro intervento. Ma l’esuberanza di Barton non si ferma al rettangolo verde e anzi è proprio fuori dal campo che ha dato il meglio (o il suo peggio, dipende dai punti di vista), come quando, ad esempio, sfasciò una vetrina con la sua auto nel 2003. Solo la prima di una lunga serie che comprende un’espulsione durante l’intervallo di un match di FA Cup, le critiche a Lampard e Gerrard dopo il Mondiale 2006 e la discussione con un giovane calciatore alla festa di Natale del City del 2004: Barton, in un’atmosfera sovreccitata, termina la discussione con Jamie Tandy, portiere delle giovanili del City, spegnendoli un sigaro nell’occhio, fortunatamente senza. La serie continua con l’investimento di un pedone a cui Barton rompe la gamba. Durante una tournee in Oriente Barton si abbassa al livello di un 15enne tifoso dell’Everton che lo accusa di essere un traditore, la sua reazione lo porta a mettere le mani al collo al giovane tifoso, quindi il capitano del City, Richard Dunne, cerca di fermare Barton ma riceve in cambio un morso sulla mano. Poi, per la frustrazione, Barton si procura una fortissima contusione scalciando il muro (e proprio per i suoi scatti d’ira Barton è stato anche in cura presso la clinica di Tony Adams). Multato, spedito a casa e minacciato di licenziamento in caso di nuovi guai, Barton viene alla luce di nuovo per un’aggressione ad un tassista e per la condanna a 18 anni di reclusione per omicidio del fratello Michael. Nel Gennaio 2006 Barton vuole cambiare aria e lo chiede esplicitamente alla società che però lo mantiene a forza e lo manda in campo sotto i fischi dei tifosi nella sfida di Febbraio contro il Newcastle. Grande prestazione di Barton e le critiche sono così tutte superate, o quasi. Barton è stato protagonista qualche mese fa di un’aggressione violenta in allenamento nei confronti del suo compagno di squadra al City Ousmane Dabo. Quest’ultimo è finito all’ospedale accusando gravi ferite alla bocca e il distaccamento della retina. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Barton è stato immediatamente messo fuori rosa. Lo stesso Barton è finito in carcere a causa di quest’aggressione e poi rilasciato su cauzione.
Joey però, prima di essere una testa calda, è soprattutto un calciatore, un buon calciatore. Nato a Liverpool il 2 settembre 1982, inizia a giocare nelle giovanili dei Toffees da cui, nel 2001 si trasferisce a Manchester, sponda City. Con i Citizens debutta in campionato il 5 aprile 2003 contro il Bolton. La prima rete arriva contro il Tottenham due settimane dopo. Nella stagione successiva Joey entra in pianta stabile in prima squadra e, dopo il suo secondo gol in carriera segnato al Blackburn, arriva la chiamata nell’under 21 per i match di qualificazione all’Europeo contro Macedonia e Portogallo. Il 7 febbraio di quest’anno Joey fa il suo esordio in nazionale maggio subentrando a Frank Lampard nella sconfitta contro la Spagna. Il primo maggio Joey aggredisce l’ex laziale Ousmane Dabo e viene messo fuori rosa dal Manchester City.
Giovedì 14 giugno con 5,8 milioni di sterline il Newcastle United si è assicurato le prestazioni del rissoso centrocampista inglese per volere del neoallenatore Sam Allardyce (ex allenatore del Bolton) di cui Joey ha detto "Ho sempre ammirato Sam. Il lavoro che ha fatto a Bolton è stato fenomenale.". La dirigenza del club ha voluto inserire una clausola che tuteli il club in caso di condanna per il giocatore. Che sia l’inizio di un periodo finalmente dedicato esclusivamente al calcio per Barton o stiamo solo preparandoci ad osservare la prematura fine di un possibile talento?
Joey però, prima di essere una testa calda, è soprattutto un calciatore, un buon calciatore. Nato a Liverpool il 2 settembre 1982, inizia a giocare nelle giovanili dei Toffees da cui, nel 2001 si trasferisce a Manchester, sponda City. Con i Citizens debutta in campionato il 5 aprile 2003 contro il Bolton. La prima rete arriva contro il Tottenham due settimane dopo. Nella stagione successiva Joey entra in pianta stabile in prima squadra e, dopo il suo secondo gol in carriera segnato al Blackburn, arriva la chiamata nell’under 21 per i match di qualificazione all’Europeo contro Macedonia e Portogallo. Il 7 febbraio di quest’anno Joey fa il suo esordio in nazionale maggio subentrando a Frank Lampard nella sconfitta contro la Spagna. Il primo maggio Joey aggredisce l’ex laziale Ousmane Dabo e viene messo fuori rosa dal Manchester City.
Giovedì 14 giugno con 5,8 milioni di sterline il Newcastle United si è assicurato le prestazioni del rissoso centrocampista inglese per volere del neoallenatore Sam Allardyce (ex allenatore del Bolton) di cui Joey ha detto "Ho sempre ammirato Sam. Il lavoro che ha fatto a Bolton è stato fenomenale.". La dirigenza del club ha voluto inserire una clausola che tuteli il club in caso di condanna per il giocatore. Che sia l’inizio di un periodo finalmente dedicato esclusivamente al calcio per Barton o stiamo solo preparandoci ad osservare la prematura fine di un possibile talento?
Ha collaborato Gianmatteo Larocca
3 commenti:
Bel soggetto...
Ce ne sono tanti di giocatori così. Bravi ma spesso "fuori limite".
A che serve avere talento se non si ha cervello?
Tanti non direi: ce ne sono pochi che si sono resi partecipi di azioni simili a quelle compiute da Barton. I "genio e sregolatezza" abbondano, ma di "Barton" ce ne son pochi.
Vabbè...
prendi Savage, Cantona, lo stesso Cassano, bravi giocatori ma spesso superano i limiti. Superare i limiti significa, per esempio, anche reagire in modo scomposto ad un intervento di un avversario o ad un fischio dell'arbitro.
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