lunedì 22 ottobre 2007

È tornato l'Imperatore?

Il colpo di testa vincente di Adriano. Inter.it

«Grazie a Dio ho messo la testa a posto: devo lavorare bene come sto facendo e dimostrare sul campo di essere cambiato», queste le parole di Adriano ai microfoni di Sky al termine del match vinto con la Reggina grazie ad un suo gol, il primo da 188 giorni a questa parte. La rete, arrivata di testa, è soprattutto merito di Figo - autore di una magnifica punizione sulla quale all’Imperatore si è avventato sfiorando la palla quel tanto che è bastato per metterla alle spalle di Campagnolo -, ma sul tabellino figura il nome di Adriano, nuovamente felice, davvero, dopo tanto, troppo tempo.

In estate si erano visti i primi segnali di rinascita, quando, accompagnato dal solo professor Gaudino, era tornato in Brasile per allenarsi da solo e recuperare lo smalto perduto. In Brasile, sua terrà natia, dove aveva iniziato a tirare i primi calci al pallone, in un campetto spelacchiato a pochi metri dalla sua casa, sul cui tetto-terrazzo si divertiva a giocare con l’aquilone, di Vila Cruzeiro. In quel campetto, che ora si chiama “cantino do Adriano” il piccolo “Pop corn”, come era stato soprannominato dagli amici per la sua passione per i chicchi di mais riscaldati, giocava combattutissime partite e donava i primi baci. Non alle maglie, però: un pomeriggio Pop corn e i suoi amici erano in strada a giocare a “Dire, fare baciare, lettera, testamento”, gioco nel quale ognuno, ad occhi chiusi, deve scegliere una della cinque cose da fare; il piccolo Adriano si mise d’accordo con i suoi amici in modo da scegliere “bacio” quando era il turno di Aline. Il piano riuscì alla perfezione, e Adriano, anzi, Pop corn, baciò la sua Aline. La principale occupazione di Adriano, però, era il futebol. La sua classe lo porta dritto nelle giovanili del Flamengo, dove la sua stazza fisica fa storcere il naso a più di un addetto ai lavori. Lui continua a lavorare sodo nonostante le critiche, e si vede ricompensato dalla vittoria del mondiale under 19 del 1999. In quello stesso anno viene promosso in prima squadra nel Mengão, dove esordisce nel 2000 e termina la stagione con ben 10 reti in 32 partite, numeri che fanno venir l’acquolina in bocca alle big europee. Il tempo di esordire con la Seleçao, il 15 novembre 2000 con la Colombia, e se lo aggiudica l’Inter, con cui debutta il 14 agosto 2001 al Bernabéu di Madrid. Entra all’88’, pochi minuti dopo esulta: la sua punizione al fulmicotone ha appena fatto vibrare la rete delle Merengues. Indubbia la riconferma, anche se con l’Inter le cose non vanno benissimo: Pop corn è la sesta punta, e in cinque mesi va in rete una sola volta in 8 partite, contro il Venezia. A gennaio viene mandato in prestito a Firenze, dove, pur non riuscendo a salvare la Viola, si mette in mostra segnando 6 reti. A Milano, però, per lui non c’è spazio, e viene mandato a maturare ulteriormente a Parma. In due anni in Emilia, l’Imperatore zittisce tutti i suoi detrattori. Nella prima stagione fa faville in coppia con Mutu, chiudendo a quota 18 reti. Non bastano ancora per l’Inter, che lo lascia ai gialloblù. Nel 2003/04 parte ancora più forte, e i suoi 9 gol in 11 partite (sarebbero stati anche di più senza un fastidioso infortunio che lo tenne lontano dai campi per oltre un mese) e questo, oltre allo scarso rendimento dell’Inter, convince Moratti a sborsare 15 milioni di euro per riportarlo in nerazzurro. Con 9 reti e un rendimento stratosferico Adriano porta l’Inter ai preliminari di Champions League, dove elimina ancora una volta praticamente da solo il Basilea. In mezzo, una Coppa America vinta anch’essa praticamente da solo. Nel 2004/05, dopo i preliminari di Champions, Adriano continua a mantenere un folle rendimento. A fine stagione i gol saranno 28: 16 in campionato, 10, compresi i preliminari, in Champions e 2 in Coppa Italia, entrambi nella finale d’andata, visto che salterà quella di ritorno perché in ritiro con la nazionale brasiliana in vista della Confederations Cup, vinta anche quella, che si sarebbe disputata in Germania. L’Imperatore parte ancora più forte nel 2005/06, quando inizia la stagione con una tripletta al Treviso. Inizia però il suo declino, e, dopo una doppietta al Milan nel 3-2 dell’11 dicembre, segna solo una rete nel 2006, alla Sampdoria. Durante l’estate gioca comunque i Mondiali con il Brasile, con cui segna 2 gol. A settembre la situazione, ormai critica, convince Moratti a mandarlo in Brasile per provare a recuperare una voglia di gol perduta. Con mamma Rosilda (papà Almir è scomparso pochi giorni prima del preliminare di Champions vinto con il Basilea) Adriano continua a fare di testa sua, facendosi pizzicare dai paparazzi in scooter senza casco e con una cassetta di lattine di birra in mano. Torna a giocare il 26 novembre, contro il Palermo. Fa due assist e torna nell’ombra. Si guadagna la rincoferma sul filo di lana: il 23 dicembre 2006 segna all’Atalanta, si ripete poi contro il Bahrain in amichevole, l’Empoli in Coppa Italia e Torino e Chievo in campionato. Dopo il gol ai clivensi resta all’asciutto fino al 15 aprile, ossia fino al gol al Palermo. Una settimana dopo diventerà anche campione d’Italia, ma non da protagonista. E siamo a questa stagione, partita con i migliori auspici per il brasiliano, che si diceva ritrovato dopo al preparazione carioca. Sogna anche un posto da titolare al fianco di Ibra, ma un precampionato deludente lo fa scivolare in fondo alla personale classifica degli attaccanti di Mancini, che lo esclude dalla lista Champions. Lui la prende male, ma non lo dà a vedere, impegnandosi come e più degli altri per ottenere un posto da titolare. Mancini lo accontenta contro il Catania, dove dimostra di essere tornato un calciatore. Ancora titolare a Livorno, dove solo i legni gli negano la gioia del gol. Contro la Reggina, però, riesce per la prima volta quest’anno ad inserire il proprio nome nel gabellino alla voce “Marcatori”. Forse è l’ennesimo tentativo di rinascita che poi si rivelerà solo l’ennesima presa in giro dell’Imperatore, o forse è la volta buona. La domanda, però, è sempre quella di un mio post estivo: tornerà Imperatore?
Antonio Giusto


Fonte: SportBeat