mercoledì 25 aprile 2007

Vince l'Europa dei giovani

Un complimento al Manchester United, un rimprovero alle italiane. Stagione 2002/03, il Manchester United vince la Premier League. Seguono quattro anni di lento declino, culminati con l'esclusione dalla fase a giron di Champions League ad oper del Benfica. Il Manchester sembra ormai avviato ad un lento declino, ma succede una cosa: Cristiano Ronaldo, acquistato dal Man Utd nel 2003, a 18 anni nemmeno compiuti, esplode definitivamente. Il giocatore più bello da vedere (giocare) d'Europa diventa finalmente anche un realizzatore. Grazie a lui e a Wayne Rooney, un altro al Manchester a meno di 20 anni, il Man Utd è attualmente una delle squadre, se non "la" squadra più forte d'Europa. Questo perchè la squadra, a parte i veterani, è composta da giovani dal futuro roseo. Non parlo solo di Cristiano Ronaldo e Rooney, ma anche di Carrick (2 gol alla Roma), O'Shea, Vidic, Fletcher. All'Inter i titolari più giovani sono Ibrahimovic e Maicon, due '81. Il più giovane nella prima squadra dell'Inter, a parte Adriano ('82), era Andreolli, ormai ritornato a fare il capitano della primavera. Ormai i giovani, sopratutto sudamericani, preferiscono una media squadra non italiana ad una big tricolore.
Un favore, direttore, potrebbe inserire il link del mio blog, http://calcio-ita.blogspot.com?

Antonio Giusto
Pubblicato sul GS!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Antonio! Anche tu sul Guerin! ;-)

Concordo pienamente con la tua analisi: in Italia si tende a non investire sui giovani, prima che un giocatore sia ritenuto degno di giocare titolare in una "grande" dev'essersi fatto - chissà perché - almeno tre anni in giro per lo stivale a maturare.

La cosa non riguarda però solo il calcio, è una tendenza diffusa: nel mondo del lavoro italiano, in generale, entrare a far parte di una cerchia di prestigio, per un giovane, è quasi impossibile. Stage, contratti a progetto, anticamere lunghissime per poi ritrovarsi, alla soglia dei cinquant'anni, ad affrontare le prime vere responsabilità. Che futuro ha un paese così?

Antonio Giusto ha detto...

Grazie Giuliano. :)

Sul fatto che un giocatore debba esser fatto per giocare in Italia e che in Inghilterra basta che si metta in mostra nella squadra primavera, come scritto da Aloi sul GS, è l'ennesima dimostrazione che non ci fidiamo dei giovani.